I canti carnascialeschi erano componimenti che venivano recitati da cortei mascherati in occasione del carnasciale a Firenze tra il XV secolo e i primi decenni del XVI. La maggior parte di essi è anonima, ma alcuni sono opera di personaggi molto attivi nella vita politica fiorentina, come per esempio Machiavelli.
Lo stesso Lorenzo de’ Medici non solo favorì la produzione di canti carnascialeschi, ma ne scrisse anche molti. Il Magnifico quando a soli 20 anni si ritrova a capo dello stato fiorentino, aveva già maturato la propria passione letteraria alla quale non rinunciò mai nonostante gli impegni di governo.
Questa passione era strettamente connessa con l’obiettivo principale della politica di Lorenzo, volta a fare del prestigio culturale di Firenze il punto di riferimento per tutti gli Stati italiani. Lorenzo non solo protegge artisti e letterati, ma da poeta e scrittore coglie il senso del loro lavoro e lo comprende a fondo e ha piena coscienza dei significati e delle aspirazioni della cultura umanistica.
Lorenzo però non riuscirà mai a realizzare completamente il suo sogno a causa delle insicurezze che agitano la vita politica fiorentina. I conflitti, i dissesti interni e l’inquietudine religiosa che trova espressione nelle predicazione del Savonarola, aumentano in Lorenzo la sensazione che tutto ciò che è stato costruito con fatica, possa distruggersi rapidamente.
Ma la vita quotidiana della città comprendeva anche celebrazioni collettive festive e goderecce che culminavano nel carnevale. Lorenzo per accattivarsi le simpatie del popolo, organizzava spettacoli e divertimenti di massa durante i quali venivano recitati i canti carnascialeschi.
La loro struttura metrica era in generale quella della “ballata”, in cui la ripresa (o ritornello) mostrava il tema centrale del canto. Ogni canto era dedicato a un oggetto, a una consuetudine, a un lavoro quotidiano, … e i personaggi che lo cantavano erano mascherati di conseguenza. A questa materia era però attribuito un significato osceno e qualsiasi argomento diventava il pretesto per un gioco di doppi sensi erotici.
Bibliografia:
Ferroni G. et al., Storia e testi della letteratura italiana, il mondo umanistico e signorile (1380-1494), Mondadori Università