A Padova, in Corso Vittorio Emanuele, è stata scavata una superficie urbana di circa 1700 mq. Lo scavo ha rivelato una prima fase di occupazione agraria nel I secolo a.C., seguita dall’impianto di una grande ferriera verso la fine dello stesso secolo. Successivamente, nel II secolo d.C., gran parte degli spazi cambiarono destinazione e accolsero diverse sepolture.
Nel corso degli scavi sono state localizzate 36 tombe: 26 cremazioni e 6 inumazioni. Le ceneri erano riposte in casse di legno o in laterizi, alloggiati in semplici buche nel terreno. Alcuni frammenti di pilastri, basamenti e lapidi suggeriscono che vi fossero anche monumenti funerari in pietra, distrutti durante una nuova ristrutturazione dell’area.
La scoperta più commovente, che apre una finestra sul mondo dell’infanzia nell’antica Roma, è rappresentata dalla tomba 19 dove era stato sepolto un bambino, appartenente a una famiglia agiata, probabilmente maschio, di circa 3 anni. Il corpicino, strettamente fasciato, era stato deposto in una cassa di legno con il capo sollevato da un cuscino in materiale deperibile. L’oggetto più significativo del corredo funebre è una statuetta di un gladiatore, completo di elmo modellato a parte e assemblabile, come un giocattolo moderno.
La statuetta, alta 16 cm, era vivacemente colorata e il gladiatore indossa una veste stretta in vita, un mantello corto e lo scudo al braccio sinistro.
Non sappiamo se la figurina in terracotta sia stata un giocattolo o un dono che doveva accompagnare il bimbo nell’aldilà, ma è probabile che fosse il suo soldatino preferito. La statuetta, infatti, era dotata di un meccanismo che gli permetteva di mettere e togliere l’elmo e probabilmente anche di muovere il braccio destro, con il gladius, per simulare il duello.