Straordinaria scoperta in una necropoli romana. Appare scheletro di un bambino con lume in mano, vasi, bottiglie di vetro e corredi.
Lo scheletro di un bambino con lume e brocca. Tante tombe con ricchi corredi, caratterizzati soprattutto da splendide lavorazioni vitree. Durante la realizzazione di una residenza di edilizia sociale in rue de Beaucaire, a Nimes (Francia) l’Inrap, oltre agli sviluppi di confine della via Domiziana e una seconda strada, ha scoperto strutture funerarie (tombe e pire) che vanno dal II-I secolo a.C. fino all’attuale II secolo d.C.. Gli archeologi apriranno il cantiere alla visita, in occasione di un open house il 13 aprile.
“La Via Domiziana era una delle principali vie di accesso a Nîmes in epoca romana. A est della città, il suo asse est/ovest è perpetuato dall’attuale rue de Beaucaire ed entra in città attraverso la Porte d’Auguste. – dicono gli archeologi dell’Inrap – Pur rimanendo nascosto dalla viabilità coeva, lo scavo attuale ha portato alla luce alcuni sviluppi di confine su questa strada, come un ampio fossato sostituito nel tempo da un muro. Una seconda e importante strada è stata scoperta. Con asse nord-est/sud-ovest, segue un orientamento diverso dalla via Domizia . Larga 15 metri, è costituita da successivi pavimenti in pietra. Sulla loro superficie, il traffico intenso ha offuscato le pietre. Usura e manutenzione sono rappresentate da solchi e ricariche occasionali. Il suo status rimane incerto, ma la sua origine risale all’epoca tardo-repubblicana come la Via Domiziana. I lavori stradali più antichi risalgono infatti al II – I secolo aC come testimoniano numerosi frammenti di ceramiche e anfore schiacciate. I tracciati stradali più recenti potrebbero essere stati realizzati nel I secolo dC o al più tardi nei primi decenni del II secolo “.
E’ attorno a queste due strade, appena fuori dalla città, che sono stati trovati diversi spazi sepolcrali e recinti in muratura. All’interno di essi sono stati portati alla luce anche consistenti depositi, costituiti da quindici pezzi.
“La pratica della cremazione è maggioritaria. Viene effettuata su pire, di cui sono stati riportati alla luce diversi esemplari”. – dicono gli archeologi dell’Inrap -Tre sono costruiti con macerie di calcare o pali di terracotta. Gli altri sono interrati nel terreno. Dopo la cremazione, le ossa bruciate vengono raccolte e poste in una tomba. Questo può essere allestito direttamente nella pira o in un piccolo scavo annesso. Le ossa vengono poste in un vaso o sparse sul fondo dello scavo. Spesso sono accompagnati da oggetti personali che potrebbero essere appartenuti al defunto. In una delle strutture funerarie scavate sono state rinvenute due coppie di strigili. Nelle tombe vengono deposti anche vasi in vetro e ceramica nonché lampade, a testimonianza dell’importanza dei riti e del banchetto funebre. Sono rappresentate anche alcune tombe ad inumazione”.