Il Mausoleo di Augusto, il sepolcro del primo imperatore di Roma, era un immenso monumento circondato da un’area verde offerta al popolo romano con tanto di custode che ne manteneva l’ordine e la pulizia.
Con i suoi 87 metri di diametro, è la più grande tomba circolare al mondo. Si componeva di un corpo cilindrico, al centro del quale si apriva verso sud una porta preceduta da una breve scalinata. All’interno, si trovava la cella sepolcrale che ospitava le urne con le ceneri dei parenti di Augusto. L’urna dell’Imperatore con ogni probabilità si trovava nel cilindro centrale, alto 40 metri che proiettava la statua bronzea di Augusto posta sulla sua sommità, verso il cielo, così da essere visibile anche da molto lontano. In prossimità dell’ingresso, forse su pilastri, erano collocate le tavole bronzee con incise le Res Gestae.
Il mausoleo venne iniziato da Augusto nel 28 a.C. al suo ritorno da Alessandria d’Egitto durante il suo sesto consolato, dopo aver conquistato l’Egitto tolemaico e aver sconfitto Marco Antonio nella battaglia di Azio del 31 a.C.. Fu probabilmente durante la visita ad Alessandria che ebbe modo di vedere la tomba in stile ellenistico di Alessandro Magno, da cui trasse ispirazione per la costruzione del proprio mausoleo.
Questa è la descrizione che il geografo greco Strabone, contemporaneo di Augusto, fa dell’edificio nella sua “Geografia”:
«Il più notevole [tra i monumenti] è il cosiddetto Mausoleo, un grande tumulo di terra, innalzato presso il fiume [Tevere] sopra un’alta base rotonda di marmo bianco, tutto ombreggiato da alberi sempre verdi, fino alla cima, sulla quale era la statua di Cesare Augusto, in bronzo dorato. E sotto quel tumulo vi erano le celle sepolcrali di lui, dei suoi parenti e degli amici più intimi. Dietro c’è un grande bosco sacro che offre splendide passeggiate. Nel mezzo del campo c’è un recinto, sempre di marmo bianco, costruito intorno al crematorio di Augusto, che ha una balaustra circolare in ferro e all’interno ci sono dei pioppi.»
(Strabone, Geografia, V, 3,8.)
Il primo a essere seppellito nel mausoleo di famiglia fu Marco Claudio Marcello, il nipote prediletto ed erede designato di Augusto, morto improvvisamente nel 23 a.C., seguito dalla madre di Augusto, Azia maggiore.Vi furono tumulati poi il genero di Augusto, Marco Vipsanio Agrippa, il figlio adottivo Druso maggiore e i nipoti Lucio e Gaio Cesare. Lo stesso Augusto vi fu sepolto nel 14.
«Morì nella stessa camera in cui si spense suo padre Ottavio, durante il consolato dei due Sesti, Pompeo e Appuleio, quattordici giorni prima delle calende di settembre, alla nona ora del giorno, all’età di settantasei anni meno trentacinque giorni. I decurioni dei municipi e delle colonie trasportarono il suo corpo da Nola a Boville durante la notte a causa del calore della stagione: di giorno lo si deponeva nella basilica di ciascuna città o nel suo più grande tempio. A Boville lo prese in consegna l’ordine dei cavalieri che lo portarono a Roma e lo sistemarono nel vestibolo della sua casa. I senatori, gareggiando in zelo per rendere grandiosi i suoi funerali e onorare la sua memoria, emisero un gran numero di mozioni diverse; tra l’altro arrivarono perfino a proporre alcuni che il corteo funebre passasse per la porta trionfale, preceduto dalla vittoria che si trova nella curia, mentre i figli e le figlie dei cittadini più in vista cantavano nenie; altri che il giorno delle esequie si doveva riporre gli anelli d’oro e prendere quelli di ferro, altri ancora che le ossa dovevano essere raccolte dai sacerdoti dei collegi superiori. Vi fu anche chi voleva che si desse al mese di settembre il nome di Augusto, attribuito al mese precedente, perché questo lo aveva visto nascere, l’altro invece morire. Un altro propose che tutto il periodo compreso tra il giorno della sua nascita e quello della sua morte fosse chiamato “Secolo di Augusto” e collocato sotto questo nome nei fasti. Posto un freno a questi onori, ebbe a ogni modo due orazioni: una tenuta da Tiberio davanti al tempio del divino Giulio, l’altra pronunciata da Druso, il figlio di Tiberio, dall’alto dei rostri antichi, dopodiché i senatori lo portarono a spalla fino al Campo di Marte dove fu cremato. Non mancò naturalmente il vecchio pretoriano che giurò di aver visto salire al cielo il fantasma di Augusto dopo la sua cremazione. I membri più importanti dell’ordine equestre, in tunica, senza cintura e a piedi nudi deposero i suoi resti nel Mausoleo: Augusto aveva fatto costruire questa tomba tra la via Flaminia e la riva del Tevere durante il suo sesto consolato e da quel tempo aveva aperto al pubblico i boschetti e le passeggiate da cui era circondata.»
(Svetonio, Vite dei Cesari, Augusto, 100).
In seguito vi vennero deposte anche le ceneri dei suoi successori della dinastia giulio-claudia. Caligola vi posò le ceneri della madre Agrippina e dei fratelli Nerone Cesare e Druso Cesare; in seguito vi furono portati i resti dell’altra sorella, Giulia Livilla, di Drusilla e, forse, di Caligola stesso. Nerone, come in precedenza la figlia di Augusto, Giulia maggiore, venne escluso dalla tomba dinastica e messo nel mausoleo della famiglia paterna, i Domizi Enobarbi.
Non è chiaro dove siano stati sepolti Vespasiano e Claudio ma l’ultimo a essere tumulato nel mausoleo augusteo fu Nerva, nel 98. Il suo successore, Traiano, venne infatti cremato e le sue ceneri vennero poste in un’urna d’oro ai piedi della Colonna Traiana, mentre Adriano costruì un nuovo mausoleo, oggi è Castel Sant’Angelo, dove verranno poste le ceneri degli imperatori del II secolo.
Caduto in stato di abbandono con le invasioni barbariche, il Mausoleo nel Medioevo si ridusse a una specie di monticello (mons Augustus), sul quale fu elevata una chiesa.
Da qui ebbe inizio la lunga storia dei passaggi di proprietà e dei cambi di destinazione d’uso. Quello che si riteneva essere il sepolcro di Augusto, un sarcofago romano di marmo del terzo secolo d.C., con raffigurato il ratto di Proserpina, non pertinente al Mausoleo, fu portato dall’imperatore Federico Barbarossa in Germania, per seppellirvi degnamente nel 1167 Carlo Magno, fondatore del nuovo impero germanico. Il sarcofago venne sostituito successivamente ed è tuttora conservato nel tesoro della cattedrale di Aquisgrana.
Nel XII secolo la casata patrizia romana dei Colonna, tra le più antiche dell’Urbe, ne fece una fortezza, nel 1354 vi fu bruciato il cadavere di Cola di Rienzo, mentre con gli Orsini iniziò il prelievo sistematico di marmi e il crollo inevitabile delle strutture.
Durante il Rinascimento i proprietari cominciarono a interessarsi ai reperti e diedero inizio agli scavi per le ricerche d’antichità, ma s’ignorano con precisione i loro risultati. Solo i preziosi studi dell’architetto Baldassarre Peruzzi ci informano sullo stato del monumento alla prima metà del’500. Un ramo della famiglia patrizia fiorentina dei Soderini, trasferitasi a Roma fece costruire un giardino all’italiana proprio nel mezzo del sepolcro. Ormai ridotte a forma di anfiteatro le rovine passarono in proprietà ai Fioravanti e da loro ai portoghesi Correa che vi fecero un grande teatro-arena per organizzare spettacoli, conosciuto tra i romani come “Er Corea“.
Pianta del Mausoleo di Ottaviano Augusto, Piranesi Giovanni Battista (1720 – Roma, 1778), calcografia
Legenda originale:
PIANTA del Mausoleo di Ottaviano Augusto, rintracciata dagli Avanzi, che per anche esistono sopra terra, i quali abbiamo segnati con linee più grosse, per distinguerli da quanto si è aggiunto per supplimento sulla traccia de’ medesimi. A Ingresso del Mausoleo. B Centro con Scale per mezzo delle quali ascendevasi a diversi piani superiori. C Varj ordini di Stanze angolari, e rotonde per uso de’ Sepolcri. D Obelisci piantati dinanzi alla Mole, uno de’ quali sta innalzato in oggi dietro la Chiesa di S. Maria Maggiore. Ora il sito di questa rinomatissima Fabbrica è accupato in gran parte dal Palazzo, e dal Giardino del Marchese Corea; ove si veggono i predetti Avanzi. E Muro fabbricato di scaglie di selce, ed anticam.te vestito di travertini, come si dirà in appresso.
Così dalla fine del XVII secolo sopra le sepolture imperiali si svolsero giostre e tornei. Nel 1907 il monumento venne riqualificato come sala da concerti con il nome di Augusteo, fino agli scavi di epoca fascista che lo liberarono completamente dalle strutture non pertinenti per riportarlo alle forme originarie. Ma del Mausoleo c’era ben poco e così è rimasto fino ad oggi denudato dei suoi marmi con la struttura in opus reticulatum a vista ed esposta alle intemperie.
Il restauro
I primi restauri del complesso iniziarono nel 2008, concentrandosi maggiormente nella parte interna attraverso uno scavo stratigrafico che permettesse di delimitare e recuperare la struttura originaria. La prima fase del progetto vide la realizzazione di strutture temporanee per la sistemazione dei materiali archeologici, giacenti all’esterno della cella sepolcrale, e una serie di scavi che permise di elaborare, attraverso l’esame degli elementi rinvenuti, la ricostruzione dell’aspetto della struttura.
Gli altri interventi furono mirati a consolidare le parti meno salde della struttura e alla messa in sicurezza dell’intera area in modo da poter valorizzare questo monumento antico.
Nel marzo 2014 è stato approvato dal consiglio comunale un intervento di restauro della piazza circostante con un intervento da 12 milioni di euro, volto a rinnovare la pavimentazione della piazza e ad installare nuove decorazioni e alberature oltre che una cavea per spettacoli.
Il Mausoleo nel 2005
Il Mausoleo nel 2019
Agli inizi del 2017 invece, la Fondazione TIM ha avviato un progetto per il restauro del monumento, realizzando un sito apposito per seguirne i progressi. Gli interventi si sono conclusi nel corso del 2020; come annunciato a dicembre 2020 dalla sindaca di Roma Virginia Raggi, il monumento è stato riaperto al pubblico il 1º marzo 2021.
Fondazione TIM
https://www.fondazionetim.it/progetti/arte-e-cultura/restauro-del-mausoleo-di-augusto
Sito web del mausoleo
https://www.mausoleodiaugusto.it/it
Ricostruzione 3D del mausoleo