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I luoghi comuni del Medioevo

I luoghi comuni del Medioevo
Nicoletta Pagliai

Il concetto di medioevo ha avuto, fin dalla sua formulazione nel Cinquecento, una connotazione negativa, poiché gli intellettuali guardavano con ammirazione all’antichità senza riconoscere alcun valore positivo al periodo successivo. La tendenza a dare un’immagine buia e oscura di questi mille anni di storia affonda le radici essenzialmente nel Trecento, segnato da una profonda crisi: il clima sfavorevole, le risorse alimentari insufficienti a sfamare la popolazione, le insurrezioni popolari, e soprattutto la peste nera del 1348, che uccise un terzo della popolazione europea. Naturalmente, il ricordo della durezza degli anni appena trascorsi fece immaginare i secoli precedenti simili al passato recente, causando quella deformazione della realtà che ancora oggi è alimentata da una serie di rappresentazioni ed evocazioni, e che riguarda molti aspetti del medioevo.

Un grande esempio di questa deformazione prospettica è il concetto, oggi abusato, di feudalesimo, che, diversamente da quanto si crede, era privo di una gerarchia piramidale, senza deleghe di potere connesse con l’investitura. Lo “ius primae noctis”, il presunto diritto di un signore di accoppiarsi con la sposa del proprio servo, alla vigilia della prima notte di nozze, è invece del tutto inventato. Un altro esempio tangibile è quello che riguarda i castelli medievali, che non sono quelli tre – quattrocenteschi ancora in piedi e visitati da studenti e turisti, ma erano semplicemente dei villaggi fortificati con recinti di legno o di pietra, con le caratteristiche di un vero e proprio centro abitato e disponevano sia di una autorità politica sia di una organizzazione religiosa autonome.

Pensiamo invece a tutte le invenzioni e innovazioni che il medioevo ci ha lasciato, come la carta di cellulosa, il libro, la stampa a caratteri mobili, i numeri arabi, lo zero, la trigonometria, l’algebra, i bottoni, gli occhiali, i pantaloni, la forchetta, la tavola per mangiare seduti, la pasta, i vetri alle finestre e i primi mulini che sfruttarono l’energia idraulica. Vale la pena ricordare anche la carriola, il ferro, la staffa e il collare rigido per gli animali da tiro, la bussola e il timone. In questa era nacquero anche le scuole di medicina, prima fra tutte quella di Salerno, le Università, i notai, le cambiali, le banche, i concetti di Comune e di Stato e si posero le basi per la futura Europa.

Aldilà di tutte queste considerazioni forse basterebbe pensare agli ultimi cento anni della nostra era, martoriati da guerre, dittatori folli, intolleranza, fame e povertà, per convincersi che il Medioevo non è stato poi così buio.

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